Ritorno del corvo: flop al botteghino e reazioni contrastanti
Il reboot de “Il Corvo” prodotto da Lionsgate ha rappresentato un vero e proprio flop nelle sale cinematografiche, incassando solo 4,6 milioni di dollari contro un budget di produzione di 50 milioni. Tuttavia, questa notizia non sorprende particolarmente il regista Alex Proyas, mente dietro l’adattamento originale del 1994, che ha sempre espresso scetticismo riguardo a una nuova versione del film. Proyas, che ha perso l’attore Brandon Lee durante le riprese del primo film, ha manifestato il suo disappunto attraverso vari post sui social media, gioiendo persino del fallimento del reboot.
Un reboot senza anima
Proyas ha definito il nuovo film come un tentativo cinico di guadagnare soldi facili, commentando che “Non c’era molto denaro da afferrare, a quanto pare.” Ha anche condiviso recensioni negative sull’attuale versione, inclusa una che ha giudicato il film come “il peggior dell’anno”. Proyas ha commentato: “È un po’ come sparare su un cavallo morto, quindi credo che smetterò… fino a che non ne uscirà una divertente.”
Questa insoddisfazione di Proyas deriva anche dal fatto che il trailer del nuovo “Il Corvo” ha attirato una pioggia di commenti negativi sin dal suo rilascio. Per lui, il film originale è sempre stato un omaggio a Brandon Lee, che è morto accidentalmente durante le riprese, e un simbolo del talento perduto dell’attore.
Il Corvo (1994) ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei fan e Proyas ritiene che il suo impatto non debba essere sminuito da un remake di dubbia qualità.
Difese e critiche al nuovo film
Ma non tutti sono d’accordo con il regista australiano. Il co-sceneggiatore del reboot, William Schneider, ha difeso la nuova versione del film, affermando che il team aveva intenzionalmente deciso di non seguire la stessa strada tracciata da Proyas. Secondo Schneider, la nuova interpretazione voleva celebrare la storia in maniera diversa, mantenendo comunque intatto il suo spirito originale. “Volevamo tracciare il nostro percorso quasi come modo per celebrare lo spirito del film originale e dire: ‘Hey, abbiamo trovato un nuovo modo per raccontare questa storia,'” ha dichiarato Schneider.
In effetti, il reboot punta su un cast nuovo e talentuoso, con Bill Skarsgard, noto per i suoi ruoli in “It” e “John Wick: Chapter 4”, che interpreta il ruolo principale. Ma nonostante il talento degli attori e le buone intenzioni del team di produzione, il film non ha saputo conquistare nè la critica nè il pubblico.
La legacy di Brandon Lee
Per i fan del cinema e affezionati all’universo de “Il Corvo”, la questione va oltre le semplici recensioni. Il Corvo (1994) rimane un’opera leggendaria anche grazie al tragico destino di Brandon Lee, figlio del leggendario Bruce Lee, la cui morte accidentale sul set ha conferito al film un’aura quasi mistica. Proyas insiste che “Il Corvo” rappresenta il lascito di Lee, e che cercare di rifare il film significa in qualche modo sminuirne il significato e il sacrificio.
Probabilmente, uno dei motivi per cui il film del 1994 è rimasto così iconico è proprio la sua unicità e la sua carica emotiva. Ogni scena sembra impregnarsi della tragica scomparsa del giovane attore, rendendo “Il Corvo” non solo un film, ma una sorta di eulogia cinematografica.
Un futuro incerto per i reboot
La bocciatura unanime del nuovo “Il Corvo” solleva interrogativi più ampi sulla necessità e l’efficacia dei reboot nel panorama cinematografico moderno. Da un lato, c’è sempre la tentazione di rivisitare e aggiornare classici per una nuova generazione di spettatori; dall’altro, si rischia di perdere l’anima originale del film, trasformandolo in un prodotto commerciale senz’anima.
È interessante notare come alcuni reboot riescano comunque a trovare un equilibrio tra rispetto per l’opera originale e innovazione. Ma nel caso de “Il Corvo”, sembra che il tentativo sia fallito nonostante i talenti coinvolti e le buone intenzioni.
In definitiva, la debacle del reboot del 2023 evidenzia il delicato equilibrio che deve esserci tra omaggio e innovazione. Quand’è che un film diventa un classico intoccabile? E quando, invece, un nuovo adattamento può aggiungere valore senza cancellare ciò che è stato? Domande che resteranno aperte, almeno fino al prossimo tentativo…