Una svolta inattesa trasforma la produzione di un film: la storia dietro ‘Pooja, Sir’
Una tragedia personale che rischiava di compromettere tutto
Immaginate di essere nel pieno della preparazione per il vostro prossimo film, ma improvvisamente la vostra quotidianità viene stravolta da un evento drammatico. È quello che è successo al regista nepaliano Deepak Rauniyar e all’attrice Asha Magrati mentre si preparavano per le riprese di Pooja, Sir. Durante un viaggio a New York, Magrati, moglie e frequente collaboratrice di Rauniyar, ha iniziato a mostrare un preoccupante gonfiore alla gola. Quello che sembrava essere solo un banale disturbo si è rapidamente rivelato un incubo: tre diagnosi di cancro diverse. Una sfida non solo per il completamento del film, ma per la vita stessa di Magrati.
Un viaggio tra speranza e disperazione
Nonostante la diagnosi devastante, la coppia non ha rinunciato ai loro impegni professionali. Sono riusciti a partecipare al Frontieres, un importante mercato cinematografico a Montreal, mentre cercavano disperatamente di organizzare le cure necessarie al ritorno a North Carolina, dove Rauniyar insegnava al tempo. “È stato incredibilmente difficile ottenere medici disposti a prendersi cura immediata del caso”, ricorda Rauniyar. “Nel frattempo, tutti avevano già comprato i biglietti per il Nepal e noi eravamo pronti per iniziare le riprese.” La prima diagnosi è arrivata il 29 agosto 2022, giorno del compleanno di Rauniyar, seguita da altre due la settimana successiva.
Affrontare l’impensabile
Le diagnosi hanno portato alla sospensione indefinita delle riprese. Gli investitori si sono ritirati, credendo che il film non sarebbe mai stato completato. I finanziamenti sono stati persi a causa dell’impossibilità di rispettare i termini di consegna. La coppia si è trasferita a New York per consentire a Magrati di seguire un trattamento che sarebbe durato quasi un anno, durante il quale ha anche perso il padre. Tutto sembrava andare storto, ma Rauniyar e Magrati non volevano lasciare che la tragedia definisse il loro futuro.
Una ripresa straordinaria
Alla fine dei trattamenti, la coppia ha dovuto fare una scelta. “Non volevo tornare a casa e pensare solo a quello che avevamo passato,” ammette Rauniyar. Ma con l’aiuto di amici e collaboratori fidati, sono riusciti a rimettere in moto la produzione. Tre amici hanno fornito un finanziamento iniziale, una casa di produzione nepaliano ha offerto supporto locale e numerosi membri del cast e della troupe hanno accettato di lavorare a tariffe ridotte o di posticipare il pagamento. La dedizione è stata tale che sono riusciti a ottenere anche finanziamenti dall’Istituto Cinematografico Norvegese, dal Torino Film Lab e dal Berlinale World Cinema Fund.
Pooja, Sir è una storia che esplora il sistema delle caste in Sud Asia, centrata su Pooja, una poliziotta chiara di pelle che ha rotto secoli di misoginia diventando il primo detective femminile della nazione. Il film, scritto da Rauniyar, David Barker e Magrati, segue Pooja mentre cerca di salvare due ragazzi rapiti in un contesto di proteste contro la discriminazione sistemica dei Madhesi, una comunità a pelle scura.
Prepararsi per un ruolo da sogno
Magari non ha avuto il tempo o la forza di prepararsi come avrebbe voluto per il ruolo che aveva sviluppato negli ultimi otto anni. “Non potevo fare gli esercizi fisici da poliziotta o studiare la parte come avrei desiderato,” spiega. Gli effetti collaterali della terapia ormonale hanno ulteriormente complicato la situazione. “Il Tamoxifen mi rendeva pazza. I miei ormoni erano fuori controllo,” ricorda Magrati.
Un’ispirazione dalla realtà
Il personaggio di Pooja, una poliziotta queer e straordinariamente dedicata, è ispirato a incontri reali avvenuti durante la ricerca preliminare del film. “Parlare di personaggi queer nelle forze dell’ordine è raro nella nostra parte del mondo,” commenta Rauniyar. “Ma ci sembrava essenziale fare questo film. La speranza è che possa provocare conversazioni necessarie.”
La missione personale dietro ‘Pooja, Sir’
L’esperienza ha rafforzato l’urgenza dei temi del film, tra cui il razzismo e la questione queer, argomenti che Rauniyar ritiene sempre più rilevanti a livello globale. “Non parliamo di razza affatto, non riconosciamo nemmeno che abbiamo un problema razziale,” afferma. Magrati aggiunge: “Ovunque andiamo, le persone trattano male Rauniyar per la sua pelle scura. Mi fa molto male e combatto ovunque vada. Questa è una storia urgente che dobbiamo raccontare.”
Sguardo al futuro
Con Pooja, Sir pronto per la sua anteprima mondiale nella sezione Orizzonti del Festival del Cinema di Venezia, la coppia si prepara per futuri progetti, tra cui un film horror ambientato a New York e una pellicola basata sulla storia vera di un immigrato nepalese nel Regno Unito. Ma per ora, il loro obiettivo principale è condividere Pooja, Sir con il mondo e portare alla luce le storie dimenticate delle comunità marginalizzate.
Non perdete l’opportunità di immergervi in questa potente narrazione. Guarda il trailer di Pooja, Sir e preparati a essere toccato da una storia di coraggio, resilienza e giustizia.