Un viaggio nel cinema francese: Planet B e il coraggioso approccio alla fantascienza
La sfida della fantascienza francese
Il cinema francese raramente si avventura nel genere della fantascienza, dominato quasi esclusivamente dalle produzioni statunitensi dal budget stellare. Tuttavia, la regista Aude Léa Rapin ha deciso di affrontare questa sfida con il suo nuovo film “Planet B”, un thriller distopico che vede protagoniste Adèle Exarchopoulos e Souheila Yacoub in ruoli di ribelli determinate a combattere per una causa. Il film ha debuttato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia, aprendo la sezione Settimana della Critica.
Vendetta virtuale e temi attuali
“Planet B”, come molte opere di fantascienza, intreccia una storia politicamente carica, focalizzandosi su un gruppo di attivisti climatici estremisti intrappolati in una prigione virtuale situata in un luogo apparentemente idilliaco. Tra i temi principali trattati nel film ci sono l’immigrazione, la brutalità della polizia, i limiti dell’attivismo radicale e le minacce alla democrazia.
Protagonisti e cast emergenti
Accanto alle protagoniste Exarchopoulos e Yacoub, Planet B presenta un cast di nuovi talenti tra cui India Hair, Jonathan Couzinié, Yassine Stein, Paul Beaurepaire ed Eliane Umuhire. Basta dare un’occhiata al breve trailer ufficiale del film per rendersi conto della carica di energie nuove presenti.
Exarchopoulos interpreta il ruolo di Julia, la leader del gruppo di eco-attivisti imprigionati e soggetti a torture psicologiche, mentre Yacoub interpreta un coraggioso giornalista iracheno costretto a vivere sotto una falsa identità in Francia, poiché è clandestino e vive in condizioni precarie. Le vite dei due personaggi si intrecciano quando il personaggio di Yacoub scopre un dispositivo digitale che le permette di visitare la prigione virtuale dove Julia e gli altri attivisti sono detenuti.
Visione e produzione
Il film è stato prodotto da Eva Robin presso Les Films du Bal ed è stato co-prodotto da Orange Studio. La colonna sonora è stata curata da Bertrand Bonello e il film è stato venduto internazionalmente da Studiocanal. “Planet B” rappresenta il seguito di Rapin al suo lungometraggio d’esordio “Heroes Don’t Die”, che aveva aperto la Settimana della Critica a Cannes nel 2019.
Exarchopoulos ha dichiarato di non dover necessariamente abbracciare la moralità dei suoi personaggi, ma di apprezzare una connessione umana con loro. L’attrice, che ha ottenuto grande successo nel 2013 con la sua performance in “La vita di Adele” che le è valsa la Palma d’oro, è stata colpita dalla visione di Rapin di raccontare questa storia con risorse limitate.
Analisi e riflessioni
“Planet B” affronta numerosi temi di grande interesse e attualità, in particolare il coraggio del impegno e del sacrificio. Il film si interroga su quale sarà la risposta collettiva e sociale quando mancano risposte politiche. Un tema che risuona profondamente nel nostro mondo attuale, esplorato attraverso il filtro della fantascienza e del genere.
Exarchopoulos ha già esplorato il genere in passato, avendo recitato lo scorso anno nel premiato “Regno animale”, un altro film distopico ambientato in un futuro prossimo. Tuttavia, ha sottolineato che “Planet B” è diverso, soprattutto per il modesto budget con cui è stato realizzato. Il film rende omaggio agli attivisti climatici come Greta Thunberg e Camille Etienne, affrontando questioni urgenti.
Per quanto riguarda il futuro, Exarchopoulos sta attualmente girando “Chien 51”, un thriller distopico diretto da Cedric Jimenez, ambientato in un futuro vicino dove l’intelligenza artificiale ha preso il sopravvento.
Souheila Yacoub: un talento in crescita
Yacoub, che ha recentemente recitato in “Dune 2” e “The Balconettes” di Noemie Merlant, ha elogiato “Planet B” per aver mescolato la fantasia con la durezza dell’attualità. Ha citato le recenti manifestazioni in Francia contro le leggi sull’immigrazione, la brutalità della polizia e l’ascesa dell’estrema destra come paralleli del film.
Attualmente, Yacoub è impegnata sul set di diversi progetti internazionali, tra cui “The Carpenter’s Son” in Grecia. La sua collaborazione sul set di “Dune 2” con Denis Villeneuve le ha permesso di aprire nuove opportunità lavorative fuori dalla Francia, aumentandone la popolarità.
Considerazioni finali
In definitiva, Planet B rappresenta un coraggioso esperimento nella fantascienza francese, un genere raro per la cinematografia del paese. Grazie alla visione di Aude Léa Rapin e alle straordinarie performance di un cast emergente, il film promette di stimolare profonde riflessioni sugli attuali problemi sociali e politici, mescolando realtà e distopia in modo innovativo e accattivante.