{"id":27705,"date":"2024-11-07T07:32:13","date_gmt":"2024-11-07T06:32:13","guid":{"rendered":"https:\/\/movieetv.com\/ita\/?p=27705"},"modified":"2024-11-07T07:32:41","modified_gmt":"2024-11-07T06:32:41","slug":"unico-gioiello-afm-kill-the-jockey-esplora-lidentita-umana","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/movieetv.com\/ita\/2024\/11\/unico-gioiello-afm-kill-the-jockey-esplora-lidentita-umana\/","title":{"rendered":"Unico gioiello AFM: Kill the Jockey esplora l’identit\u00e0 umana"},"content":{"rendered":"

Alla scoperta di “Kill the Jockey”: un viaggio onirico tra identit\u00e0 fluttuanti<\/h2>\n

Introduzione a un’opera fuori dagli schemi<\/h3>\n

“Kill the Jockey”, l’ultimo lavoro del regista argentino Luis Ortega, rappresenta una sfida per chiunque tenti di riassumerlo con poche parole. Questo film, che ha vinto l’Horizons Award al San Sebasti\u00e1n International Film Festival e ha attirato l’attenzione anche al Venice International Film Festival, \u00e8 un’opera che non si piega facilmente alle convenzioni narrative tradizionali. Ma cosa rende questo film cos\u00ec unico e quale percorso ha intrapreso per arrivare a tanto?<\/p>\n

La trama: una trasformazione continua<\/h3>\n

Il film segue la storia di Remo Manfredini, interpretato da Nahuel P\u00e9rez Biscayart, un fantino la cui identit\u00e0 viene costantemente frammentata e ricostruita a seguito di un incidente durante una corsa. Traumi, droghe e alcol contribuiscono tutti a un’esperienza di trasformazione perpetua che sfida il concetto stesso di identit\u00e0.<\/p>\n

Guarda il trailer di Kill the Jockey<\/a><\/strong><\/p>\n

Il titolo originale del film doveva essere “Cabeza de Pi\u00f1a” (Testa d’Ananas), ispirato da un senzatetto di Buenos Aires conosciuto da Ortega, che portava un cerotto a forma di ananas sulla testa. Tuttavia, il titolo ha subito una modifica per ragioni di marketing, sebbene quella visione surreale rimanga intrinseca all’essenza del film.<\/p>\n

L’ispirazione: un richiamo letterario e le parole di Jack London<\/h3>\n

Ortega ha trovato ispirazione nel romanzo meno noto di Jack London, “The Star Rover”. In questo libro, un professore universitario in prigione scopre una via di fuga mentale indossando una giacca di compressione estremamente dolorosa, sperimentando ci\u00f2 che sembra essere una serie di vite passate.<\/p>\n

L’idea di una sequenza di identit\u00e0 vissute attraverso il dolore e la tortura ha risuonato profondamente con Ortega, che ha trasposto questa dinamica nel suo protagonista, Manfredini. “\u00c8 in estasi perch\u00e9, dice, ‘Non possono uccidere la mia immortalit\u00e0'”, riflette Ortega, sottolineando come Manfredini si trasformi continuamente da fantino a drogato, da vagabondo a donna, e persino madre di bambini di strada.<\/p>\n

Analisi tecnica: tra surrealismo e introspezione<\/h3>\n

“Kill the Jockey” non offre risposte facili sul concetto di identit\u00e0. Al contrario, costruisce e decostruisce continuamente il suo protagonista, sfidando lo spettatore a seguire questo ciclo incessante di nascita e morte di nuove personalit\u00e0. Questa struttura narrativa si riflette in una regia che abbraccia l’estetica del surrealismo, con immagini oniriche e simboliche che richiamano il lavoro di registi come David Lynch e Alejandro Jodorowsky.<\/p>\n

La fotografia del film utilizza toni saturi e contrasti forti per enfatizzare i momenti di transizione di Manfredini, creando un’esperienza visiva che \u00e8 al contempo disturbante e affascinante. La colonna sonora, intrisa di tonalit\u00e0 dissonanti e accordi eterei, amplifica ulteriormente l’atmosfera surreale del film.<\/p>\n

Riflessioni sull’identit\u00e0: ogni personaggio \u00e8 una prigione<\/h3>\n

Ortega esplora temi complessi legati all’identit\u00e0 e alla libert\u00e0 personale. “In un certo senso, ogni personaggio \u00e8 una prigione”, afferma Ortega. “Qualunque personaggio costruisci, sei intrappolato in una qualche definizione di ci\u00f2 che quel personaggio \u00e8”. Questo concetto si riflette nel percorso di Manfredini che, per liberarsi, deve “uccidere” ogni singola identit\u00e0 che assume.<\/p>\n

Questa filosofia radicale trova eco in teorie psicologiche che vedono l’identit\u00e0 come una costruzione fluida, piuttosto che un’entit\u00e0 fissa. L’idea che per raggiungere una vera libert\u00e0 sia necessario abbattere continuamente le etichette che ci vengono imposte \u00e8 una tematica che risuona profondamente in un’epoca di crescente introspezione e auto-esplorazione.<\/p>\n

Il percorso verso il riconoscimento: tra rifiuti e trionfi<\/h3>\n

Ortega ha dovuto affrontare numerosi rifiuti prima di trovare i finanziamenti necessari per realizzare “Kill the Jockey”. Nonostante il suo successo precedente con film come “Caja Negra” e “El Angel”, il concetto esoterico e sperimentale del suo nuovo progetto ha spaventato molti potenziali investitori.<\/p>\n

Alla fine, la determinazione di Ortega ha avuto la meglio. La selezione e i riconoscimenti ottenuti nei festival internazionali hanno confermato il valore di un’opera che, pur essendo difficile da presentare, ha trovato il suo pubblico grazie alla sua autenticit\u00e0 e originalit\u00e0.<\/p>\n

Conclusione implicita: l’importanza di restare fedeli alla propria visione<\/h3>\n

“Kill the Jockey” \u00e8 una testimonianza del potere della visione artistica e della perseveranza. Nonostante le sfide nel trovare supporto, Ortega \u00e8 riuscito a creare un film che non solo esplora temi profondi e complessi, ma lo fa in un modo che \u00e8 del tutto unico e distintivo. Questa opera suggerisce che, a volte, il percorso pi\u00f9 difficile \u00e8 anche quello che conduce alle creazioni pi\u00f9 straordinarie.<\/p>\n

Attraverso la sua struttura narrativa non convenzionale e l’approfondimento psicologico del suo protagonista, “Kill the Jockey” invita lo spettatore a riflettere su cosa significhi realmente essere se stessi in un mondo in continua evoluzione.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

\ud83c\udfac Luis Ortega non si arrende! Dopo tante sfide, il suo surreale “Kill the Jockey” trionfa ai festival di San Sebasti\u00e1n e Venezia. Una storia di identit\u00e0 frammentate e trasformazioni incredibili. Scopri il viaggio onirico di Remo Manfredini! \ud83c\udf1f\ud83c\udfac #CinemaArgentino #FilmFestival #LuisOrtega<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":27707,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[1],"tags":[],"class_list":["post-27705","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-news"],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/movieetv.com\/ita\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/27705","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/movieetv.com\/ita\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/movieetv.com\/ita\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/movieetv.com\/ita\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/movieetv.com\/ita\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=27705"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/movieetv.com\/ita\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/27705\/revisions"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/movieetv.com\/ita\/wp-json\/wp\/v2\/media\/27707"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/movieetv.com\/ita\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=27705"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/movieetv.com\/ita\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=27705"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/movieetv.com\/ita\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=27705"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}